Il Messaggero riferisce che alla Santa Sede un’altra testa sta per essere tagliata. Questa volta si tratterebbe del Cardinale Turkson

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Franca Giansoldati scrive sul Messaggero di oggi, 17 dicembre 2021, nel giorno in cui Papa Francesco compie 85 anni, che il Prefetto del Dicastero dello Sviluppo Umano Integrale avrebbe già dato le dimissioni. In attesa leggere la comunicazione ufficiale e gli sviluppi del caso, riportiamo di seguito l’articolo della Vaticanista che si pregia di “lavorare per un giornale che il Papa legge tutti i giorni”. Conosco il Cardinale ghanese 73enne Peter Appiah Turkson, una gran bella persona, buono e gentile, che tengo in simpatia. Dispiace questa ennesima cacciata di un uomo valoroso di spicco della Curia Romana.

Papa Francesco (Foto di Daniel Ibañez/EWTN).

Lo scriviamo da tempi non sospetti, quando nessuno (o quasi) lo fece, che le teste venivano tagliate alla Mastro Titta [*], con delle cacciate o del “non lasciarti più vedere”. Pare che ci sono arrivati i vaticanisti “embedded”. Meglio tardi che mai e 30 e lode per alcuni lo scrivono pure. Non temono più di essere “sanzionati”? Come disse tempo fa Franca Giansoldati [**], la vaticanista del Messaggero che il 30 ottobre 2019 nell’ambito degli incontri con gli studenti sulla comunicazione istituzionale alla Pontificia Università della Santa Croce, di “lavorare per un giornale che il Papa legge tutti i giorni”.

Franca Giansoldati con Papa Francesco.

Vaticano, un’altra testa sta per saltare: è quella del cardinale Turkson
di Franca Giansoldati
Il Messaggero, 17 dicembre 2021


Un’altra illustre testa sta per rotolare in Vaticano. Altro che Fratelli Tutti. Il clima si sta facendo pesante. Stavolta a fare le spese degli scontri sotterranei, degli sgambetti, delle gomitate è uno dei cardinali sui quali Papa Francesco aveva puntato di più all’inizio del suo pontificato, ma la cui stella, cammin facendo, evidentemente si è fatta sempre più opaca, fino all’epilogo di questi giorni.

Il Cardinale Peter Appiah Turkson, Prefetto del Dicastero dello Sviluppo Umano Integrale avrebbe già dato le dimissioni e in mattinata ha convocato tutto il personale della struttura curiale per dare spiegazioni. Cosa ci sia alla base di preciso non si sa, si escludono però problemi finanziari anche perché il dicastero ultimamente è stato sottoposto ad un audit da parte del Revisore dei Conti interno, superando l’esame con un budget in linea e con i costi che sono stati effettivamente ridotti come aveva chiesto a tutta l’amministrazione vaticana Papa Francesco, passando dai 5 milioni circa di spesa ai 3,5.

La notizia della bufera che ha investito il dicastero dello Sviluppo Integrale è un fulmine a ciel sereno che sicuramente non va a giovare sull’immagine complessiva della Santa Sede, sempre più fiaccata da una gestione interna in forte affanno. Prima della inspiegabile uscita di Turkson (che solo fino ad alcuni giorni fa ha tenuto una conferenza stampa in Vaticano) il Dicastero è stato squassato da altre uscite di peso con due sottosegretari che nel giro di pochi mesi ne sono andati, prima Duffè e poi il laico Zampini, quest’ultimo lasciando dietro di sé una scia di voci malevole sul motivo reale del suo passo. Fatto sta che il maxi ministero che ha accorpato quattro Pontifici Consigli (Migranti, Cor Unum, Giustizia e Pace e Operatori sanitari) sembra non essere ancora riuscito ad uniformare l’attività nonostante gli sforzi e gli importanti terreni sui quali si è andato a misurare: i migranti, la crisi causata dal Covid, la globalizzazione, l’ambiente e il climate change.

L’anno scorso Papa Francesco stanco di ricevere sul suo tavolo continue lamentele sul clima pesante all’interno ha spedito un suo Cardinale di fiducia, l’americano Blaise Cupich a condurre una “visitazione”, una specie di ispezione camuffata, dalla quale è stato fatto un rapporto choc frutto dei colloqui individuali interni con tutto il personale. Da questa analisi sembra apparso evidente la difficoltà della governance interna forse causata da un dualismo venutosi a creare col tempo, da una parte il settore sui migranti che fa capo al Cardinale gesuita canadese Michel Czerny, molto ascoltato da Papa Francesco e dall’altra parte, l’area di pertinenza del Cardinale africano Turkson, titolare (sulla carta) della responsabilità di tutto il Dicastero, quindi anche dell’attività di Czerny. Potrebbe essere stato lo scontro tra i due cardinali, e la differenza di vedute e di sensibilità, ad avere accresciuto all’interno il disagio sul resto della struttura dove si lamenta, da tempo, un clima divenuto pesante.

Nel pomeriggio del 24 ottobre 2008, in occasione della 22ª Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, la XII Ordinaria che si è tenuto in Vaticano dal 5 al 26 ottobre 2006 con il tema “La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa”, il Cardinale Peter Appiah Turkson in visita con la Commissione per l’Informazione all’Ufficio temporaneo “del Fungo” per la traduzione e la pubblicazione delle informazioni delle Assemblee Generali del Sinodo dei Vescovi.

[*] Giovanni Bugatti (1779-1869), meglio conosciuto come Mastro Titta “er boja de Roma”, è stato uno dei boia più longevi e “proficui” dello Stato Pontificio. Nei 68 anni di onorato servizio eseguì 515 esecuzioni capitali e nell’odierno quotidiano romano ha trovato un degno successore che porta pena [L’ultima ghigliottina dello Stato Pontificio e la storia di Mastro Titta, er boja de Roma – 13 giugno 2020].

[**] Ne abbiamo scritto più volte e quanto segue è uno stralcio di un nostro articolo del 5 aprile 2021 [Che fine ha fatto il giornalismo? Perché si accentua sempre di più l’autocensura, lo scrivere sotto dettato e con le veline, pure scritte male, copiate e incollate a malo modo?]:
«Abbiamo provato a spiegare lo stato comatoso in cui versa la comunicazione istituzionale della Santa Sede & Co (al cui mondo appartengono i vaticanisti come giornalisti embedded, anche se spesso e volentieri se lo dimenticano cosa significa questa condizione professionale, liberamente scelta), con dei ragionamenti logici, con l’esposizione dei fatti che non sono opinioni, con la denuncia dei malcostumi (lo scrivere sotto dettato e riportando delle veline scritte pure male, spesso non essendo in grado di scrivere bene, neanche di fare un dignitoso copia-incolla, quindi peggiorando le cose), dell’esposizione delle assenze (l’autocensura e l’autoinganno), del vizio della marchetta (per ringraziarsi il “protettore-informatore” di turno per niente disinteressato… trattandosi di un stupido e volgare do ut des, piuttosto che di un intelligente e signorile do ut facias), ecc.
«Spesso ci viene anche detto che perdiamo nostro tempo (che è prezioso, vero), perché in questi tempi di analfabetismo funzionale (e non solo) la maggioranza dei lettori non va oltre una foto, un meme o un titolo e – se va veramente bene – legge pure un incipit (io, invece, spesso inizio con le conclusioni, per andare a ritroso).
«Però, visto che nostro scopo non è di far cambiare opinione al lettore, ma di far ragionare in modo informato e logico, proseguiremo con resilienza sulla via della metacognizione.
«Ieri abbiamo riportato un’osservazione di un vaticanista acuto osservatore dei costumi del sottobosco della Curia romana – non è necessario essere d’accordo sempre con un commentatore, per apprezzare le sue esposizioni dei fatti (non si guarda il dito ma la luna che indica) – il Direttore dell’aggregatore para-vaticano Il Sismografo, che scrive [QUI]: “Lo sconcerto e disorientamento di fronte a delle decisioni e comportamenti di Francesco e di alcuni suoi collaboratori hanno posto a moltissimi cattolici domande che tuttora restano senza risposte. Forse la critica principale fa riferimento all’autoritarismo del Pontefice, questione sulla quale buona parte della stampa specializzata accentua sempre di più l’autocensura e non si capisce il perché”.
«Oggi proviamo un’altra volta a trovare una risposta alla domanda sul perché il silenzio stampa è calato e la quasi totalità dei “vaticanisti” si è incredibilmente omologato all’oscurità. Proviamo di andare oltre la spiegazione fornita da Franca Giansoldati, la vaticanista del Messaggero, perché si sa “altrimenti ti sanzionano”. Anche se queste tre parole sono già una sentenza letale, emessa da una giornalista con cui siamo entrati spessi in polemica, ma a cui dobbiamo dare merito che non le manca la grinta e a cui qualche spinta giornalistica vera è ancora rimasta. Nonostante tutto.
«Oggi lo proviamo con l’ironia o il sarcasmo, con la parabola, l’iperbole o la similtudine – scegliete voi (che siete arrivati fino a qui) di quale figura retorica si tratta, dopo aver letto quanto esposto – usata dalla giornalista e scrittrice Benedetta de Vito, nel rilancio del 26 marzo 2021 sul blog Stilum Curiae di Marco Tosatti, che si domanda: “Ma che fine hanno fatto i giornalisti in Italia? Quelli veri, dico”. Anche se qui si parla di giornalismo in generale, nostri attenti lettori non avranno difficoltà di trovare paragoni con la particolare categoria dei vaticanisti.
«Commenta Tosatti, giornalista vaticanista di razza di altri tempi: “Benedetta de Vito compie una mesta riflessione sullo stato della categoria professionale a cui appartiene, i giornalisti. Tutto quello che c’è da dire è che mi sembri sia persino troppo gentile e misericordiosa. Non siamo mai stati una categoria onorevolissima, nell’insieme; ma purtroppo da quello che si vede stiamo toccando livelli da sonda petrolifera. L’informazione così come ci viene propinata oggi dai grandi giornali e dalle televisioni farebbe venire l’acquolina in bocca a Goebbels e ai direttori della Pravda… Mesta lettura”».

* * *

«Salta un’altra testa in Vaticano: fuori il cardinale Turkson con i vertici del dicastero del Welfare. Le dimissioni al termine dell’ispezione condotta sull’attività dell’ente di Curia dall’arcivescovo Blaise Cupich – Si appresta ad uscire di scena il porporato africano di Curia accreditato come possibile “papa nero”. Rimossi il Cardinale Peter Turkson e i vertici del dicastero vaticano del Welfare. Le dimissioni sarebbero una conseguenza diretta della situazione creatasi in seguito all’ ispezione del Cardinale Blaise Cupich, Arcivescovo di Chicago, che da giugno ha guidato un team di tre ispettori chiamati a valutare le attività del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale» (Giacomo Galeazzi – La Stampa, 18 dicembre 2021).

Foto di copertina: Cardinale Turkson, 24 ottobre 2008.

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